Page 12 - I numeri del TERREMOTO
P. 12
MAGNITUDO RICHTER M . Ide-
L
ata dal famoso sismologo statuniten-
se charles Richter nel 1935, è basata
sull’ampiezza massima delle onde S re-
gistrate sul sismogramma ad una certa
distanza ipocentrale (calcolata in base
a t - t ). Richter definisce il terremoto di
P
S
M =0 come quello che, a 100 km di di-
L
stanza dall’epicentro, provoca uno spo-
stamento massimo di 0,001 mm. Un
terremoto con M =1 produce, a parità
L
di distanza, una oscillazione 10 volte
maggiore e così via per le magnitudo
successive.
La M è accurata per terremoti vicini (<
L
600 Km) e non troppo energetici (fino
a M = 6) mentre sottostima i terremoti
L
forti che rilasciano molta energia a fre-
quenze più basse delle onde S.
MAGNITUDO MOMENTO M . Nel 1977 Hiroo Kanamori, per superare i limiti del
W
calcolo della Magnitudo basati sul rapporto di ampiezze delle onde sismiche, propo-
ne di calcolare l’energia del terremoto mettendo in relazione le informazioni conte-
nute in tutto il sismogramma (non solo ampiezza e distanza) con i parametri fisici di
sorgente del terremoto. Calcola quindi il momento sismico m che definisce quanta
0
energia è necessaria per generare le onde registrate. M è calcolato come il prodotto
0
tra le dimensioni della faglia (A), l’entità dello scorrimento di un blocco della faglia
rispetto all’altro (D) e la rigidità delle rocce m.
A partire da M si calcola la M in modo che per piccole magnitudo dia valori analo-
W
0
ghi a M .
L
D dislocazione; m rigidità delle rocce; A=L*W area del piano di faglia.
12