Page 22 - I numeri del TERREMOTO
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Pericolosità sismica


                                La pericolosità sismica di un territorio è rappresentata dall’attività
                                sismica, ovvero  dalla frequenza e dall’energia dei terremoti che lo
                                interessano. Il parametro che meglio la descrive e che è usato dagli
                                ingegneri in fase di progettazione degli edifici, è l’accelerazione
                                orizzontale attesa al suolo in un certo intervallo di tempo. I va-
                                lori di accelerazione vengono calcolati con un metodo statistico e,
             come tutte le grandezze fisiche, sono affetti da incertezza.  Si è adottata la convenzio-
             ne di usare come parametri di riferimento i suoli rigidi e come orizzonte temporale
             50 anni. Bisogna ricordare che suoli non consolidati tendono ad amplificare lo scuo-
             timento e che tempi di riferimento maggiori aumentano la probabilità che avvenga
             un forte terremoto, aumentando quindi la probabilità che il valore di accelerazione
             atteso venga superato.
             L’accelerazione attesa in ogni luogo del territorio italiano viene visualizzata attraverso
             classi di colore che vanno dal grigio, che esprime una pericolosità bassa, a viola, che
             indica i valori più elevati.
             Osservando la Mappa di pericolosità sismica (MPS04) appare subito evidente che le
             zone più pericolose sono quelle che corrono lungo la Catena appenninica, la Sicilia
             orientale e il Nordest: in queste aree si verificano frequentemente forti terremoti. Non
             bisogna però lasciarsi ingannare dal colore verde: in questo caso infatti i valori di ac-
             celerazione al suolo possono indicare sia terremoti frequenti ma di bassa magnitudo,
             oppure eventi forti ma molto rari.
             Quello che la mappa di pericolosità sismica non può rappresentare è il massimo ter-
             remoto atteso e il livello di danno in un determinato sito.
             Non è neppure da confondere con una mappa del rischio sismico, parametro che
             viene calcolato tenendo conto del fenomeno naturale ma anche della nostra esposi-
             zione al pericolo.
             Una singola immagine non può mostrare tutte le incertezze associate ai parametri
             che determinano la pericolosità sismica. Gli ingegneri, in fase di progettazione, modi-
             ficano i parametri a seconda del tipo di suolo e della vita del manufatto (per un ponte
             si considera una vita di 100 anni mentre per un’abitazione 50).
             La MPS04 (http://zonesismiche.mi.ingv.it/),  realizzata nel 2004, è diventata strumento
             ufficiale di riferimento per il territorio nazionale con l’Ordinanza PCM n. 3519/2006;
             nel 2008 sono state aggiornate le Norme Tecniche per le Costruzioni e il progettista
             deve considerare la pericolosità sismica per costruire edifici che resistano al terremo-
             to.























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